Sarà banale, ma forse non è mai di troppo ripetere che l'unica cosa veramente fondamentale prima di partecipare ad un'audizione o ad un concorso è studiare e, di conseguenza, sentirsi preparati.
Detta questa banalità, ci sono molti altri piccoli accorgimenti che ho imparato a seguire facendo i primi passi nel mondo delle audizioni. E allora, voglio condividerne qualcuno con voi.
In fase di preparazione
Suddividere nel tempo che si ha a disposizione tutti i brani che bisogna preparare: in poche parole, fare un buon planning
Concepire l'audizione non come un tentativo di fortuna o solo un modo per "farsi le ossa", ma come un vero e proprio obiettivo
Provare a registrarsi è un buon allenamento per simulare la tensione di essere ascoltati, seppur da un telefono, perché in cuor nostro sappiamo che poi ci riascolteremo e vorremo sentire di certo una buona esecuzione
Imparare a conoscersi
Essere consapevoli delle proprie fragilità e dei propri punti di forza per imparare a lavorare su sé stessi settorialmente
Siamo esseri umani e le nostre paure sono ciò che ci rende unici e speciali. Bisogna imparare a conviverci fin da subito, facendo un percorso con le proprie paure, senza cercare di scacciarle, ma imparando ad amarle per la loro peculiarità. Allora, in fase di studio, è importante non lottare contro le proprie ansie bensì simulare la tensione per poterle affrontare giorno dopo giorno. In questo modo, nel momento dell'audizione non ci cadrá addosso il fardello di ansie e paure, perché le avremo già conosciute prima. Anzi, saranno proprio quella forza che renderà la nostra performance davvero unica.
Il giorno dell'audizione
Quello che è fatto, è fatto. A me aiuta ripeterlo come un mantra il giorno dell'audizione. Inutile pensare che a poche ore dall'audizione si possano fare i miracoli.
Spesso il riscaldamento prima del proprio turno si riduce ad un misero tentativo di suonare nell'affollamento di decine e decine di strumentisti in una sola grande stanza. Come fare? Cosa provare? Sicuramente è fondamentale sapersi isolare magari contro un muro, e poi abbandonare qualsiasi speranza di poter riuscire a concentrarsi sulla proiezione di suono o sulla qualità del fraseggio. Quel momento serve solo a riscaldare i muscoli delle dita e a fare note lunghe e precise, a sentirsi quindi più caldi sullo strumento.
Piccolo trucchetto solo per noi violoncellisti: se premete il vostro orecchio sinistro sul pirolo del vostro strumento potrete ascoltare il suono come se vi trovaste all'interno della cassa armonica. È un trucchetto geniale che in momenti caotici come questo riesce proprio ad aiutarci ad isolarci!
Sarà inevitabile ascoltare gli altri musicisti. Ed ecco che sarà probabile farsi diverse domande: "lui porta Dvořák! Perché io ho scelto Schumann?", "che bella diteggiatura, anche io avrei potuto pensarci", "che arcata geniale!", "ma quel passo orchestrale non era più lento?". No! Sbagliato! Guardate, ascoltate, ma solo per rendervi conto che il livello è alto ed avere consapevolezza che il mondo è pieno di eccellenti musicisti da cui si può imparare, in maniera sana e senza un'aggressiva competitività. Quest'ultima vi porterà solo a più insicurezza e ad uno spreco di energie.
Rituale
È importante secondo me avere un piccolo rituale per ricondurre tutte le paure e le ansie ad un unico momento a noi familiare. Può essere l'affidamento ad una preghiera, la scaramanzia legata ad un particolare amuleto a voi caro, l'energia data da un particolare esercizio fisico eseguito gli attimi prima di un'audizione o altro ancora. Farlo sempre, renderà quel momento in mezzo a tanti altri concorrenti, il vostro rifugio immaginario.
Bea
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